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Soffri di insonnia e hai difficoltà ad addormentarti? Se la sera ti rigiri nel letto, leggi qui…

Smetti di pensare al domani! Una delle cause di insonnia più comuni è l’abitudine a pre-occuparsi, cioè occuparsi in anticipo di quello che succederà in futuro (o forse non accadrà mai).

E’ il tuo caso? Vivi con la mente costantemente proiettata a quello che dovrai fare tra un’ora, un giorno, un mese? Cerchi sempre di prevedere tutto quanto può accadere, calcoli ogni possibile rischio e pretendi di tutelarti da tutto?

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Soffri d’insonnia? Sei in buona compagnia: nel nostro paese, secondo l’Associazione Italiana Medicina del Sonno, sono circa 12 milioni le persone che soffrono di questo disturbo. Al via una serie di post per capire quali possono essere le cause psicologiche

Non tutti gli insonni hanno difficoltà ad addormentarsi: c’è chi sprofonda appena si mette a letto, ma poi si sveglia quattro o cinque ore dopo, e non riesce più a riprendere sonno.

Per altri, invece, il problema sono i risvegli frequenti, che rendono il sonno leggero e frammentato.

L’insonnia è un problema spesso sottovalutato. Se ne soffri, ti sarà capitato di accorgerti che le tue lamentele non sono prese più di tanto in considerazione dai tuoi familiari e amici, quasi fossero una sorta di capricci.

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Giovane in sonno o le abilità dell'inconscio

Foto di Gianluca - u-JU

Se il tuo sonno è leggero e frammentato, apri le porte alle emozioni…

Ti capita di svegliarti durante la notte? Forse hai dei sogni che ti disturbano, o degli incubi (di cui magari non sei del tutto cosciente).

In genere una intensa attività onirica è un buon segno, vuol dire che il tuo inconscio sta elaborando molto materiale: la tua psiche non è certo in una fase stagnante…

(Ma anche se non ricordi di aver sognato, leggi lo stesso questo post)

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Vi segnalo qui alcuni dei consigli di David Servan-Schreiber, autore di un libro sulla prevenzione del tumore uscito già da qualche tempo, ma che consiglio a tutti di leggere (tra l’altro scorre come un romanzo).

David Servan-Schreiber è uno psichiatra e neuroscienziato, e vive tra Parigi e Pittsburgh (dove insegna all’Università, e dove ha fondato e diretto un Laboratorio di Scienze Cognitive e un Centro di Medicina Integrata). Ha già scritto un best seller molto interessante, Guarire. Una nuova strada per curare lo stress, l’ansia e la depressione senza farmaci né psicanalisi, (Sperling & Kupfer).

Dunque un medico con una solida formazione tradizionale, che un giorno ha scoperto di avere un tumore. Lo ha curato con i metodi classici: chirurgia e chemioterapia.Poi ha avuto una recidiva, ed è stato allora che ha deciso di spingersi oltre le terapie convenzionali per studiare tutto ciò che potesse aiutare il suo corpo a difendersi. Il risultato è questo libro: Anticancro. Prevenire e combattere i tumori con le nostre difese naturali (Sperling & Kupfer).

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Il tuo medico (o psichiatra) ti suggerisce una terapia a base di psicofarmaci? Parlane a lungo con lui, e valutate insieme costi e benefici.

Prima di iniziare devi avere ben chiari i seguenti punti:

– Il tipo di prodotto che stai per assumere

– Le sue controindicazioni

– Le possibili interazioni con altri farmaci (per esempio se durante la cura decidi di iniziare a prendere la pillola anticoncezionale devi informarlo). Le interazioni con altre medicine sono molte, e il tuo medico deve spiegartele dettagliatamente.
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Foto di Luca Volpi - Goldmund 100

Foto di Luca Volpi - Goldmund 100

Ci sono persone che odiano le medicine, e vedono gli psicofarmaci come il Male…. E altre che invece sono alla ricerca di un aiuto proprio dalle pillole. Ma gli psicofarmaci fanno bene o male? Possono cambiare la personalità? Danno dipendenza? Un esperto risponde a tanti dubbi.

Alcune persone sono farmacofobiche, cioè tendono ad aver paura e a sospettare di qualsiasi medicina, e quindi meno che mai si fidano degli psicofarmaci. Ma forse invece appartieni alla categoria dei farmacofilici, quelli invece che credono che una medicina sia la soluzione giusta per tutto e hanno aspettative miracolistiche… Ne parliamo con il dottor Michele Conte, medico psichiatra, psicoterapeuta e autore del libro Psicofarmaci ed effetti collaterali (Edizioni Eclipsi).

Quando vanno presi davvero gli psicofarmaci?

In alcuni casi, non si tratta di una scelta: gli psicofarmaci sono davvero indispensabili in quelle problematiche alla cui base ci sono prevalentemente aspetti di tipo biologico: una psicosi, un disturbo bipolare, una depressione maggiore grave, una forma severa e invalidante di disturbo ossessivo compulsivo, forme particolarmente gravi di attacchi di panico.

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Foto di Smeerch. www.flickr.com/photos/smeerch/ - raffreddore

Foto di Smeerch

Attenzione, allora, al prossimo raffreddore. Oltre a prendere vitamina C, possiamo tentare, con l’aiuto della dottoressa Paola Santagostino, una lettura psicosomatica di questo disturbo.

Hai difficoltà con il partner, gli amici si mostrano scortesi o indifferenti, l’ambiente di lavoro è carico di ostilità? Secondo la visione psicosomatica il tuo raffreddore in questi casi può essere la reazione fisica a una sensazione di “freddo affettivo”.

Ma non sempre la colpa è degli altri: a volte siamo noi che – per una nostra paura di essere feriti, o rifiutati – ci comportiamo in maniera gelata, e raggelante… Ci esponiamo all’intirizzimento emotivo, e il risultato è lo stesso di una notte passata a passeggiare in un clima polare: un bel naso rosso e gocciolante.

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