Ruminare ogni tanto succede a tutte (e a tutti!). Però, quando il lavorio mentale diventa quotidiano, prolungato, particolarmente triste o rabbioso, è davvero ora di correre ai ripari contro questa abitudine così distruttiva.

Cosa devi fare? Il primo passo è desiderare davvero smettere. Molte persone, quando sono concentrate sulla ruminazione, sono convinte di star facendo qualcosa di importante per la loro vita. “Ora ci penso su sinché non trovo una soluzione…” “Finalmente mi sono tolta gli occhiali rosa. Finalmente guardo in faccia la realtà della mia vita che va a rotoli, del mio matrimonio che è un disastro, dei miei figli che ho rovinato con tutti i miei errori…”

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Foto di Stefano Corso - Pensiero

Sei capace di pensare bene, lucidamente e costruttivamente, usando tutte le tue potenzialità creative? O invece tendi a “pensare troppo”, ovvero a rimuginare continuamente e ossessivamente su ansie e problemi, sprecando tempo ed energie, e rovinando la tua serenità?

A molte persone succede: rimangono intrappolate nei circoli viziosi della mente, e rimuginano per ore su qualcosa che le turba: un’espressione del viso del (o della) partner, la parola sgarbata di un conoscente, o le ansie sui figli, perdendosi in un labirinto infinito di sensi di colpa, accuse e frustrazioni.

E’ un’abitudine più diffussa nelle donne, ma accade anche agli uomini, cui consiglio la lettura di questo articolo: le dinamiche e le soluzioni sono pressocché le stesse!

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Foto di Bill Gracey

Come vivi i saldi di fine stagione? Anche persone intelligentissime spesso perdono ogni raziocinio di fronte a un cartello con la magica scritta: 50% di sconto…

Appartieni anche tu a questa categoria? Allora puoi trovarti a rigirare tra le mani capi che non avresti degnato di uno sguardo se fossero stati a prezzo pieno, mormorando: “Però è in saldo…”

E allora perdoni il fatto che sia un capo che non ti serve veramente, che il colore non sia perfetto, che abbia un piccolo difetto. E ti riempi l’armadio di cose che non ti convincono: spendi soldi e crei confusione. Che senso ha?

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Questo blog si chiama VitaFelice. Inizia qui una serie di interviste a persone che si occupano di felicità, per aprire tutti insieme un confronto. Cominciamo con Fabio Marchesi, che come vedremo ha fatto dell’entusiasmo quasi una scienza…

Fabio, cosa pensi: potremmo essere tutti molto più felici di quanto normalmente riusciamo a essere?

Possiamo, e anzi dobbiamo. Per il nostro stesso bene. Ma è anche il regalo più grande che possiamo fare alle altre persone e al mondo: poiché siamo tutti collegati, la nostra felicità ha sugli altri un’azione molto più diretta e profonda di quanto di solito immaginiamo.

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Foto di auro

Foto di auro

Comprarsi qualcosa di nuovo in un momento di tristezza è un gesto consolatorio che probabilmente tutti hanno fatto qualche volta nella vita. Ma quando gli acquisti sono troppi, ripetuti, inutili, sproporzionati al budget, e inconsapevoli, ecco che lo shopping diventa un problema

“A purchase a day gets the pressure away”: un acquisto al giorno abbassa la pressione… Solo gli americani potevano coniare un tale proverbio!
Gli Usa sono probabilmente la patria dello shopping compulsivo, tanto che alcuni istituti di credito americani pensano di promuovere dei gruppi di sostegno, simili a quelli degli Alcolisti Anonimi, per la cura di questo disturbo. Pare infatti che i cittadini USA non riescano a trattenersi con la carta di credito, spendendo più di quanto il loro conto in banca permetterebbe…

Gli italiani sembrano più prudenti, eppure la mania di quella che è stata ironicamente ribattezzata “shopping therapy“, l’arte di consolarsi con gli acquisti, è ben conosciuta anche da noi.

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Il tuo medico (o psichiatra) ti suggerisce una terapia a base di psicofarmaci? Parlane a lungo con lui, e valutate insieme costi e benefici.

Prima di iniziare devi avere ben chiari i seguenti punti:

– Il tipo di prodotto che stai per assumere

– Le sue controindicazioni

– Le possibili interazioni con altri farmaci (per esempio se durante la cura decidi di iniziare a prendere la pillola anticoncezionale devi informarlo). Le interazioni con altre medicine sono molte, e il tuo medico deve spiegartele dettagliatamente.
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Foto di Luca Volpi - Goldmund 100

Foto di Luca Volpi - Goldmund 100

Ci sono persone che odiano le medicine, e vedono gli psicofarmaci come il Male…. E altre che invece sono alla ricerca di un aiuto proprio dalle pillole. Ma gli psicofarmaci fanno bene o male? Possono cambiare la personalità? Danno dipendenza? Un esperto risponde a tanti dubbi.

Alcune persone sono farmacofobiche, cioè tendono ad aver paura e a sospettare di qualsiasi medicina, e quindi meno che mai si fidano degli psicofarmaci. Ma forse invece appartieni alla categoria dei farmacofilici, quelli invece che credono che una medicina sia la soluzione giusta per tutto e hanno aspettative miracolistiche… Ne parliamo con il dottor Michele Conte, medico psichiatra, psicoterapeuta e autore del libro Psicofarmaci ed effetti collaterali (Edizioni Eclipsi).

Quando vanno presi davvero gli psicofarmaci?

In alcuni casi, non si tratta di una scelta: gli psicofarmaci sono davvero indispensabili in quelle problematiche alla cui base ci sono prevalentemente aspetti di tipo biologico: una psicosi, un disturbo bipolare, una depressione maggiore grave, una forma severa e invalidante di disturbo ossessivo compulsivo, forme particolarmente gravi di attacchi di panico.

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Foto di Emiliano - Loungerie

Foto di Emiliano - Loungerie

Un brutto litigio, uno scontro doloroso, un’incomprensione che non si riesce a chiarire. E allora qualcuno si ritrova a sospirare: sente ancora l’amore ma, negli ultimi tempi, tutto nel rapporto di coppia sembra diventato difficile…

E in questi casi capita di dirsi (come forse si è già fatto mille volte): “Forse dovremmo fare una terapia di coppia…”

Ma poi arrivano i dubbi: cosa può fare un terapeuta per voi? Non è che si metterà in mezzo a voi, come un giudice? E se si alleasse con l’uno o con l’altro, complicando ancor più le cose? Non sarà ridicolo, parlare dei vostri problemi a un estraneo?

E ci sono anche preoccupazioni più pratiche: quanto durerà la terapia? Quanto costerà? E infine: come convincere il o la partner a chiedere aiuto?

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Foto di Smeerch. www.flickr.com/photos/smeerch/ - raffreddore

Foto di Smeerch

Attenzione, allora, al prossimo raffreddore. Oltre a prendere vitamina C, possiamo tentare, con l’aiuto della dottoressa Paola Santagostino, una lettura psicosomatica di questo disturbo.

Hai difficoltà con il partner, gli amici si mostrano scortesi o indifferenti, l’ambiente di lavoro è carico di ostilità? Secondo la visione psicosomatica il tuo raffreddore in questi casi può essere la reazione fisica a una sensazione di “freddo affettivo”.

Ma non sempre la colpa è degli altri: a volte siamo noi che – per una nostra paura di essere feriti, o rifiutati – ci comportiamo in maniera gelata, e raggelante… Ci esponiamo all’intirizzimento emotivo, e il risultato è lo stesso di una notte passata a passeggiare in un clima polare: un bel naso rosso e gocciolante.

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Foto Di Cane Rosso http://www.flickr.com/photos/cane_rosso/

Foto di Cane Rosso www.flickr.com/photos/cane_rosso/

Come pensi il tuo tempo? Le strategie, anche quelle più mirate, non servono se si coltivano degli atteggiamenti mentali errati nei confronti del tempo.

Spesso sono dei “pensieri di onnipotenza”: si parte convinti di poter fare qualunque cosa, salvo crollare di fronte alle prime difficoltà.

Vediamo quali sono i pensieri più comuni e perché fungono da trabocchetti.

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